DOVE DORMI LA NOTTE

Il primo capitolo dell’ultimo romanzo di Michele Marziani, in libreria per i tipi di MonteRosa Edizioni. Il libro racconta di Giovanni Battista Stucchi, ufficiale degli alpini durante la ritirata di Russia, comandante partigiano e zio immaginario dell’autore in una storia che si svolge lungo il Novecento e in certe visioni notturne

Michele Marziani
4 min readMar 16, 2024
La copertina del romanzo “Dove dormi la notte” realizzata da Michele Isman per MonteRosa Edizioni

«C’è una cosa che ho imparato dallo zio Battista: alcune volte nella vita è meglio andare a dormire con le scarpe. Anzi, con gli scarponi.

Sono i momenti importanti, quelli di svolta, in cui non ti devono congelare i piedi perché stai facendo la ritirata di Russia, in cui potresti dover partire all’improvviso per non perdere la sola occasione di tornare a casa, oppure perché potrebbero venire ad arrestarti. Non a caso lo zio è stato l’unico, dico l’unico, ufficiale del V Alpini a non venire catturato dai tedeschi l’8 settembre del 1943.

Il motivo è semplice: è andato a dormire con gli scarponi. Molti degli altri — tenenti, sottotenenti, capitani, maggiori, colonnelli, persino i generali — erano probabilmente in pantofole. Il capitano Stucchi no, aveva gli scarponi.

In più gli scappava la pipì. O almeno così ha raccontato ai tedeschi quella volta che in un albergo di Fortezza, in Alto Adige, nella valle dell’Isarco, lo stavano arrestando dopo averlo svegliato in piena notte. Lui ha detto abort che in tedesco vuol dire gabinetto, forse ha fatto anche qualche segno convenzionale al soldato germanico che ha risposto con un cenno del capo. In fondo anche se lo arresti, pure se è italiano, un capitano rimane un capitano, non puoi mica vietargli una sosta nel bagno.

Oltre al water c’era pure una piccola finestra e lo zio Battista, per fortuna, ci è passato e si è calato in silenzio su un balconcino. Da lì, dopo aver aspettato che se ne fossero andati tutti, è balzato nel cortile, poi sui binari per raggiungere la stazione. E magari nascondersi dietro ai vagoni per scendere subito dopo verso il letto del torrente Isarco.

Chissà se gli hanno sparato, se hanno puntato i fari nel cuore della notte, se avranno pensato di sguinzagliare i cani e poi invece pioveva e all’Oberjäger non gli andava che i suoi lupi puzzassero troppo di pelo bagnato. O forse il soldato Hans quando ha messo il naso nel bagno per vedere se il capitano italiano non se la stesse prendendo un po’ troppo comoda ha pensato che per una volta poteva essere un po’ meno tedesco, nel senso di preciso, e fischiettando Lili Marleen ha fatto finta di niente. Tanto di ufficiali italiani avevano fatto incetta quella notte, chi mai avrebbe potuto accorgersi se ne mancava uno?C’è una cosa che ho imparato dallo zio Battista: alcune volte nella vita è meglio andare a dormire con le scarpe. Anzi, con gli scarponi.

Sono i momenti importanti, quelli di svolta, in cui non ti devono congelare i piedi perché stai facendo la ritirata di Russia, in cui potresti dover partire all’improvviso per non perdere la sola occasione di tornare a casa, oppure perché potrebbero venire ad arrestarti. Non a caso lo zio è stato l’unico, dico l’unico, ufficiale del V Alpini a non venire catturato dai tedeschi l’8 settembre del 1943.

Il motivo è semplice: è andato a dormire con gli scarponi. Molti degli altri — tenenti, sottotenenti, capitani, maggiori, colonnelli, persino i generali — erano probabilmente in pantofole. Il capitano Stucchi no, aveva gli scarponi.

In più gli scappava la pipì. O almeno così ha raccontato ai tedeschi quella volta che in un albergo di Fortezza, in Alto Adige, nella valle dell’Isarco, lo stavano arrestando dopo averlo svegliato in piena notte. Lui ha detto abort che in tedesco vuol dire gabinetto, forse ha fatto anche qualche segno convenzionale al soldato germanico che ha risposto con un cenno del capo. In fondo anche se lo arresti, pure se è italiano, un capitano rimane un capitano, non puoi mica vietargli una sosta nel bagno.

Oltre al water c’era pure una piccola finestra e lo zio Battista, per fortuna, ci è passato e si è calato in silenzio su un balconcino. Da lì, dopo aver aspettato che se ne fossero andati tutti, è balzato nel cortile, poi sui binari per raggiungere la stazione. E magari nascondersi dietro ai vagoni per scendere subito dopo verso il letto del torrente Isarco.

Chissà se gli hanno sparato, se hanno puntato i fari nel cuore della notte, se avranno pensato di sguinzagliare i cani e poi invece pioveva e all’Oberjäger non gli andava che i suoi lupi puzzassero troppo di pelo bagnato. O forse il soldato Hans quando ha messo il naso nel bagno per vedere se il capitano italiano non se la stesse prendendo un po’ troppo comoda ha pensato che per una volta poteva essere un po’ meno tedesco, nel senso di preciso, e fischiettando Lili Marleen ha fatto finta di niente. Tanto di ufficiali italiani avevano fatto incetta quella notte, chi mai avrebbe potuto accorgersi se ne mancava uno?»

Tratto da Dove dormi la notte di Michele Marziani, MonteRosa Edizioni. Un racconto di Resistenza, pesca e socialismo. In libreria e in tutti gli store on line.

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Michele Marziani

Leggo. Scrivo. Viaggio. Narratore, autore di romanzi. Editor. Conduttore di laboratori di narrativa. Writing coach. www.michelemarziani.org