LO SCIAMANO DELLE ALPI SUI MONTI DELLA CARNIA

Il terzo premio del concorso Leggimontagna di Tolmezzo apre gli archivi di una storia familiare

Da sinistra verso destra: mio nonno Domenico Tommaso Marziani nel 1916 quando aveva 25 anni, La stazione R.T. — M. Simeone m: 1506 “li 4 maggio 1916” (didascalia autografa del nonno, R:T. sta per radiotelegrafica), Tra Ligosullo e Paularo — località S. Vito — Il furgoncino della S.R.T. “li 4 luglio 1916” (didascalia autografa del nonno S.R.T. sta per stazione radiotelegrafica).

Sono stato a Tolmezzo, in Friuli, nel cuore della Carnia, a ritirare il premio letterario Leggimontagna dove sono arrivato terzo con il mio ultimo romanzo Lo sciamano delle Alpi, Bottega Errante Edizioni. Sono stato felice di essermi classificato dopo due libri molto belli che sto leggendo grazie a questa occasione: Fronte di scavo di Sara Loffredi (secondo posto) e Silenzi dello scrittore svizzero in lingua italiana Luca Brunoni.

Ancor più mi ha emozionato vincere un premio a Tolmezzo dove mio nonno Domenico Tommaso Marziani era di stanza nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale. Faceva il marconista, comunicava col telegrafo. Alla fine della Grande Guerra entrò in ferrovia. A lui che veniva dal massiccio del Matese, dai monti del Molise, della Carnia gli era rimasto il ricordo della bellezza dei luoghi — nonostante la durezza dei tempi — tanto che chiese di essere mandato a dirigere i treni sul monti del Friuli. È l’atto fondativo di un pezzo di storia della mia famiglia, quella a Nord Est: con il nonno che era nato in un casello ferroviario e diventava capostazione di quella che si chiamava Stazione per la Carnia (oggi, più semplicemente Carnia). Lì nacque mio padre nel 1931. Il romanzo Lo sciamano delle Alpi è dedicato a Ilia, anche lei nipote dello stesso nonno. Così si chiude il cerchio dei pensieri e dei ricordi portando a casa un premio che ha, anche, il sapore delle memoria.